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Il neopitagorismo fu una ripresa della filosofia di Pitagora e delle dottrine elaborate dalla sua scuola, che si ebbe a partire dall'epoca ellenistico-romana, e fu connotata da una forte impronta misterica e religiosa. L'area di diffusione del movimento neopitagorico non è più la Grecia bensì il territorio italico della Magna Grecia, soprattutto Napoli, sebbene esso sia fiorito anche ad Alessandria d'Egitto. Le prime manifestazioni di questa nuova corrente filosofica si avvertirono nel III secolo a.C. e presero lo spunto da alcune sentenze attribuite a Pitagora nonché dagli scritti di pitagorici antichi come Archita di Taranto, Timeo di Locri e Ocello Lucano, congiunti a dottrine platoniche, aristoteliche e stoiche. Figure importanti del neopitagorismo furono Publio Nigidio Figulo (I secolo a.C.), Apollonio di Tiana (I secolo d.C.), ritenuto l'esponente principale, Nicomaco di Gerasa (prima metà del II secolo), Numenio di Apamea (II-III secolo), e Moderato di Cadice, vissuto nel I secolo ma che con le sue Lezioni pitagoriche già inclinerà il pensiero filosofico verso il neoplatonismo: all'inizio del III secolo, infatti, con Filostrato il neopitagorismo confluirà in quest'ultimo. Per la sua diffusione nell'ambiente romano, tra i suoi cultori vi fu anche il poeta Virgilio (I secolo d.C.), il cui influsso sotterraneo si sarebbe esteso fino a Dante. Source: Wikipedia (it)

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